Forse è il caso di organizzare una missione diplomatica e spedirla al nord, per spiegare al Polo che la sua mania di sciogliersi è veramente inopportuna. Ci sono la crisi mondiale, l’insicurezza globale. Non si può pensare anche a lui. Il ghiaccio è intelligente. Gli si spiega la situazione. Si chiede una proroga di un anno, un anno e mezzo. Dovrà pur concederla. Così un problema è risolto.
Poi una bella ramanzina agli orsi polari. Hanno la pessima abitudine di farsi riprendere, spaesati, mentre saltano da un pezzo di ghiaccio all’atro. Egoisti, ecco quello che sono. Non capiscono che i tempi sono cambiati e anche loro devono riciclarsi. Prendano esempio dalle foche, il futuro è nelle pellicce.
Prima di tornare alla base, si potrebbe fissare un incontro con i fiumi. Te li raccomando quei così lì, sembrano tanto tranquilli, gli prendono i cinque minuti e vanno dappertutto. Senza avvisare, stabilire turni, accordarsi sul periodo. Cribbio, siamo in un paese civile. Non si può esondare così, dalla sera alla mattina.
Una parolina ai boschi, per dissuaderli dall’incendiarsi quando la gente va in vacanza, dei tornado si occupa l’America. Fatto questo, fatto quello, si può tornare a casa e dormire il sonno dei giusti.
Per contare i danni c’è tempo.
O no?
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