Si inerpicava su per la collina, poi scendeva pigramente per inoltrarsi nel bosco. Giocava a nascondino per un pò e infine si tuffava in una radura. Non c'era verso di farla uscire di lì. Più di un viaggiatore aveva provato a scuoterla, a prenderla per mano. Qualcuno, ormai rassegnato, le rivolgeva un ultimo sguardo colmo di malinconia e nascondeva fra le ciglia un punto interrogativo che, se avesse trovato voce, sarebbe esploso in un "E io dove vado?" Non trovando risposta si sarebbe poi infranto al suolo togliendo al viaggiatore anche quel filo di speranza.
Il bosco che circondava la radura era popolato di uomini e donne che si era smarriti. Riecheggiavano, a ogni ora, le loro voci inquiete. "Una così bella strada dovrà pur portare da qualche parte." "Si è solo assopita" "Non la posso abbandonare."
Nessuno era stato sfiorato dall'idea di poter tornare indietro. I più ostinati pernottavano nella radura, gli altri giravano in tondo, si incrociavano e scambiavano opinioni che raccoglievano in bisacce leggere come vento e riprendevano il cammino più soli e tristi perchè ormai sapevano dove aveva inizio nessun posto ma nessuno era riuscito ancora a spiegar loro dove finiva.
( ho preso spunto qui dal titolo di un racconto di Gianni Rodari)
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