E' piovuto dall'inizio alla fine. Il cielo, grigio e irregolare, sembrava pronto a rovesciarsi sulla terra. Non restava che chiedersi quando e sperare di trovarsi al riparo. Le persone si posizionavo sotto coperta, vicino ai vetri, indossavano impermeabili, imbracciavano macchine fotografiche, masticavano un ultimo snack prima che il battello si staccasse dalla riva per iniziare il tour. Noi scegliemmo di andare al piano di sopra, scoperto, dove alcuni pennuti passeggiavano solitari e i seggiolini arancioni avevano la consistenza di opachi pezzi di plastica. Un posto vicino alla ringhiera era la meta, passammo un fazzoletto, ci sedemmo. A turno lamentavamo i primi brividi di freddo, qualche pentimento, ci spingevamo fino a nefaste previsioni quando le prime gocce cominciarono a cadere e il battello si decise ad abbandonare la riva. Tirammo su i cappucci, decisi a rimanere ai nostri posti. Una voce gracchiante iniziò a spiegare ciò che avremmo visto, ordinatamente ripeteva il messaggio in cinque lingue diverse. Ometteva l’italiano e noi ci aggrappavamo al francese, incantati da ciò che vedevamo lentamente profilarsi dinanzi a noi.
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