- raccolta di racconti-
Beppe Fenoglio
Gallesio è il protagonista del più grande fatto accaduto prima della guerra d’Abissinia. Spara. Fredda il fratello, il nipote e fugge in strada dove colpisce il Parroco. Infine si barrica in casa. Le camionette dei carabinieri salgono su per la stretta strada della collina. A San Benedetto si sentono gli spari che si succedono lungo il giorno. La gente si fa portare su per assistere al fatto.
La giornata è vista con gli occhi di un bambino, ospite della zia. Assiste agli sfoghi dello ziastro che pensa che Gallesio tutti i torti non ce li ha se sono vere le voci che circolano. Il fratello gli ha fatto un prestito da usuraio. Spinto dalla moglie, ha preteso la restituzione. Quando Gallesio, per aggiustare le cose, pensa di sposare una ragazza che ha un inclinazione per lui e pure delle sostanze, il parroco sconsiglia la ragazza. Così l’unione va a monte e i campi son perduti. Lo ziastro vorrebbe andare su a vedere che succede ma la zia non vuole. Certo, ha superato la guerra però andare a morire per una pallottola che non si sa nemmeno chi dir grazie, non avrebbe senso. La zia non può mandarlo nei campi a causa degli spari.
Passa una vecchia che bada a una capra, si ferma per dire che proprio non pensava Gallesio facesse quella fine. Avevano ballato, insieme, a una festa una quarantina d’anni prima. Non sembrava il tipo. Quanti anni ha Gallesio? Quasi sessanta. Ma allora è un altro. Chi è Gallesio? E’ veramente importante dargli un volto? No, la tragedia si consuma. Vede persone curiose, preoccupate, pronte: a sfruttarla, a intuirne il finale, a scansarsi. Si giostra nella Langa, lì dove la nostalgia prende le forme di una corriera che ogni sera arriva da Alba, il Bormida già sputa sangue e impedisce all’erba di crescere e lo sguardo è rivolto all’insù, almeno per un giorno.
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