Damiago Cunego ha costruito la sua stagione agonistica mettendo al centro il Tour de France. Si è dovuto ritirare giovedì scorso per i postumi di una brutta caduta. Non è stata la sua corsa nemmeno per un giorno, le speranze venivano di volta in volta rinviate, il confronto con gli altri corridori si rivelava deludente. Gli obiettivi si facevano ogni giorno meno grandi. Ha iniziato a cadere quasi subito, perdendo secondi preziosi, salvandosi perché era a meno di tre chilometri dal traguardo e i tempi venivano congelati, convivendo con le ammaccature. La cronometro della prima settimana aveva creato ottimismo però sulle montagne non è mai riuscito a essere competitivo. Il sogno di recupero accarezzato sul colle della Maddalena si è dissolto in fretta lasciando un gusto amaro. Giovedì dopo una trentina di chilometri la ruota della sua bicicletta si infila in una canalina di scolo, fa un volo pauroso. Si rialza a fatica, ha il mento ferito, la maglietta squarciata e vuole continuare. Mancano 160 chilometri al traguardo, una vita. Sostenuto dai suoi compagni di squadra prosegue distanziato venti minuti dal gruppo, con il timore di arrivare oltre il tempo massimo e il desiderio di raggiungere Parigi. Un ambulanza lo aspetta oltre la linea del traguardo. Lì finisce la sua avventura al Tour, si ritira per non compromettere la sua partecipazione alle olimpiadi.
Chavanel ieri ha coronato il sogno di una vita. Lui, francese, primo in una tappa del Tour dopo averci provato in mille modi. Oggi si decide la corsa. Ultima tappa a cronometro, Evans è il favorito potendo vantare un miglior rapporto con le gare contro il tempo però indossare la maglia gialla può far tirare fuori inaspettate. Sastre, primo con un minuto e trentaquattro di vantaggio sull’australiano ci spera.
Ultimi commenti