tra sfide e conferme
I tedeschi scherzano, gli iberici sono seri. Scendono in
campo, gli inni, le strette di mano poi si inizia. Per un attimo viene
inquadrata la coppa, è decorata con fiocchi gialli e rossi. Un segno?
La partita scorre veloce, emozionante come poche
volte riescono a esserlo le finali. La Spagna La Germania
Torres porta in vantaggio i suoi al ’33. I primi
minuti della ripresa ripropongono una Germania pimpante. E’ solo un fuoco
di paglia. Gli uomini di Aragones riprendono in mano la partita.
Vince la Spagna.
Sono trascorsi 44 anni dal suo ultimo successo
europeo . E’ sfatato il mito di Zapatero porta sfortuna. Nonostante i timori di
Aragonez., neppure la divisa gialla, sfoggiata contro i russi, è riuscita
a fermarli. Nel mezzo del cammin europeo pure il tabù Italia è
stato superato. Piedi buoni e giovane età fanno della Spagna una squadra
pericolosa e bella da vedere. Torres propone già il prossimo obiettivo:
appuntamento in Sudafrica. Il saggio Aragones non sarà alla guida.
Fallisce la cancelliera Angela Merkel nel ruolo di
portafortuna. Alla Germania tocca segnarsi il 29 giugno come data no, sperando
di non incocciarci più. Risale al 29 giugno 1986 la sconfitta in finale con
l’Argentina.
La premiazione vede schierati i primi ministri dei due
paesi, i reali di Spagna. Platini da buon padrone di casa dispensa
complimenti e pacche sulle spalle ai giocatori che sfilano davanti a lui.
L’ultima immagine è Ikes Casillas che solleva la coppa in
mezzo ai compagni di squadra. Classica e emozionante. Il coronamento di un
sogno.
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